L’icona presenta l’Ultima Cena nel momento in cui cristo ha appena detto: “In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà” (Gv 13,21).
I discepoli, guardandosi l’un l’altro, si domandano chi sia il traditore. Pietro fa un cenno a Giovanni che è seduto vicino a Gesù, dicendogli: “Di’, chi è costui a cui si riferisce?”. Cristo risponde: “Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà”(Mt 26,23): Ed ecco, il traditore è Giuda: egli è vestito di azzurro e rosso, tonalità brillanti e sfarzose, simbolo dell’amore al mondo e alla sua gloria. Il Mistero pasquale si compie: Cristo si prepara a passare da questo mondo al Padre. Egli è l’Agnello “condotto al sacrificio, immolato verso sera”, come dice Melitone di Sardi nell’Omelia sulla Pasqua. Il manto nero che lo avvolge sta a significare la sua passione e morte. E’ notte. Cristo entra nelle tenebre del peccato prendendo su di sé il tradimento, l’inimicizia, il rifiuto.
Sulla tavola sono presenti i segni dell’Eucarestia: la coppa del vino e il pane “Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”.
Il pane azzimo non è più soltanto il segno della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto, come per gli ebrei, ma il Corpo di Cristo consegnato per tutti gli uomini; così come la coppa del vino non è più soltanto il segno dell’entrata nella terra di Canaan, ma il Sangue della nuova Alleanza, versato per tutti in remissione dei peccati. L’Eucarestia viene dunque così a innestare ogni cristiano nella Pasqua di Cristo, nel suo passaggio dalla morte alla vita Eterna.