Madonna Vergine della Salute

  • Mamma è vero che la Madonna che c'è nella nostra Chiesa l'ha dipinta Nonna Lucia?
  • Oh,si! E' vero
  • E come mai proprio lei?
  • E' una storia lunga, è la storia della nostra Parrocchia, una storia di oltre trent'anni!
  • Ce la racconti?
  • Se avete pazienza, ecco.

Avevo nove anni quando ho visto per la prima volta questa Chiesa...

Poiché avevamo cambiato casa gli ultimi anni delle elementari li ho frequentati all'Ausonia, il caseggiato che ancora potete vedere a fianco del terreno Parrocchiale. Le finestre della mia quarta elementare davano proprio sul giardino,allora c'erano davvero poche piante, oggi dalle stesse finestre vedrei il vialetto che conduce all'ingresso delle nostre sale. Ricordo perfettamente come fosse ieri il mio insegnante di Religione! Aveva un forte accento romanesco, che nel tempo ho imparato a riconoscere da lontano e ad amare molto.

Era Padre Erminio Passi! Il sacerdote poco più che quarantenne della Parrocchia della Beata Vergine della Salute.

Ci era subito piaciuto, questo prete che andava in bicicletta. E ne faceva di chilometri!! Una persona schietta, simpatica, mai una parola offensiva. Per questo, ma no solo per questo, i miei genitori divennero suoi amici e noi, io e mie sorelle e mio fratello cominciammo anche il Catechismo, che allora faceva lui ad un gruppetto di ragazzini di diverse età, tutti insieme. La Parrocchia allora aveva solo la sagrestia e ricordo un piccolo salone dove la domenica Padre Passi faceva il Cineforum, e il campetto da basket sul retro. In un secondo momento il Cineforum si trasformò in un piccolo Teatrino, era bellissimo e divertente passare da dietro le quinte per ritornare poi giù. Padre Passi aveva costruito tutto con le sue mani, compresi gli arredi interni della Chiesa. Uno dei ricordi più belli che ho è l'odore della segatura, l'odore del legno lavorato. Si sentiva da lontano insieme ai rumori degli attrezzi di Padre Passi che lavorava senza sosta nella sua falegnameria! Era un ottimo falegname!  Anche quella è stata trasformata in una sala esterna, e oggi, sono altri che lavorano in una diversa piccola falegnameria ricavata in un capanno alla fine del vialetto.

La facciata allora non era ancora terminata e si vedevano ancora i mattoni e il cemento. All'interno la Chiesa aveva ancora l'altare di marmo che poi venne sostituito dalla grande mensa di legno.  Il tabernacolo stava all'interno della grande croce di ferro. esattamente al centro. C'erano i banchi di legno con le loro targhette coi nomi dei benefattori che li avevano donati alla Parrocchia. Lo studio di Padre Passi ricavato in una mansardina con una scala stretta e un po’ ripida, ai piedi della quale noi bambini aspettavamo che egli scendesse e ci portasse i lecca-lecca dopo la messa!

E c'era l'immagine della Vergine della Salute.

Una Madonnina dal viso un po’ triste e sbiadito che a padre Passi non piaceva tanto per questo vista l'amicizia e la confidenza che li legava, chiese a mia madre se avesse potuto fare un altra immagine più simile all'originale che è custodita nella Basilica della Madonna della Salute di Venezia. E così fu. Mia madre eseguì e regalò a Padre Passi l'icona che tutt’oggi viene venerata nella nostra Parrocchia.


 Giovan Battista Salvi

 

Giovan Battista SalviGiovan Battista Salvi detto il Sassoferrato, nacque nell'omonimo paese delle Marche il 25 Agosto 1609 e morì a Roma l'8 Agosto 1685. Pittore Italiano esponente dello stile barocco, è spesso ricordato semplicemente col nome del suo paese di nascita. Il Sassoferrato impara nella bottega del padre Tarquinio Salvi. Il resto dell'educazione di Giovan Battista non è documentato eccetto il suo lavoro presso la bottega del bolognese Domenichino. Dimenticato per molti secoli e poco considerato già da vivo, ultimamente è stato rivalutato.

Poco sappiamo della sua vita, certamente possiamo dire che ebbe fruttuosi contatti con i Benedettini di Perugia e che a Roma realizzò varie opere per commissione della Principessa Pamphili di Rossano. Esistono più di trecento opere del Sassoferrato nei musei del mondo, inclusi i suoi disegni conservati nella collezione Reale del Castello di Windsor, in Inghilterra. Egli è stato giustamente chiamato "il Pittore delle Madonne". Realizzò, infatti, centinaia di tele dedicate alla Vergine, tra le quali ricordiamo la Vergine Orante detta Mater amabilis custodita oggi nella Chiesa di Santa Maria della Salute a Venezia. Definita la più secentesca del Sassoferrato, questa Mater amabilis di cui si contano copie a Madrid, Leningrado,  Recanati, Perugia, Forlì, Corciano, etc.., mostra appunto un rimando al '400 Veneziano nel velo che le copre la fronte, confermando la tesi che data un viaggio del pittore a Venezia tra il 1643 e il 1670.

Abbiamo anche la notizia relativa al trasferimento a Macerata della tela con la Vergine della Salute nel 1666 eseguita in quegli anni nella città lagunare. Oggi venerata nella Chiesa di San Giorgio fu portata via da Venezia dall'Arciprete Ludovico Ferraioli. Possiamo dunque affermare che l'originale dell'icona venerata nella nostra Parrocchia non ritrae la Vergine della Salute ma la Mater Amabilis che però è custodita come affermato più sopra nella Chiesa della Madonna della Salute di Venezia. Fatta questa doverosa precisazione continuiamo la nostra storia. L'autrice invece della nostra Vergine della Salute è Lucia Porcu Sanna, una pittrice per passione. Assolutamente non professionista, con un notevole talento innato, direi di famiglia.

Essendo un appassionata di iconografia orientale, sapendo che i monaci prima di dipingere le Sacre immagini digiunavano e pregavano, allo stesso modo realizzò il dipinto. Su richiesta dell'allora Parroco padre Erminio Passi, Lucia Porcu Sanna eseguì intorno agli anni '76-'77 una copia della Mater Amabilis dandole un tocco personale rendendola unica. Esiste di quest'opera un’altra copia identica, ancora in possesso dell'autrice. E' un dipinto ad olio eseguito su cartone telato 40x50.

 

A cura di Paola Sanna