La nuova estetica

Il concetto di bellezza nella Grecia antica è strettamente legata all’armonia e alla proporzione. Ciò che è proporzionato e armonico, è bello. L’arte ha dettato nel corso dei secoli, canoni e concetti sulla bellezza e sull’estetica, trasformandosi con l’uomo e dall’uomo trasformata. Siamo passati dalla totale ricerca della mimesi della natura dei padri del Rinascimento, ad un abbandonare questa necessità per passare ad un livello ben diverso.

L’antica concezione di proporzione viene sconvolta e si pone come obiettivo quello di ricercare “la bellezza che salverà il mondo”. Questo è ciò che si propone di fare la Nuova Estetica.  Giovanni Paolo II  nella sua “ Lettera agli Artisti” del 4 aprile del 1999, citando Dostojevski, scrive:“E’ stato detto con profonda intuizione che la bellezza salverà il mondo. Quale bellezza salverà il mondo? E’ Cristo la bellezza che salverà il mondo!” Alla luce del rinnovamento del Concilio, si va sviluppando anche un rinnovamento artistico che si propone di creare nuovi spazi architettonici e il recupero dell’icona nell’arte occidentale.

Il rinnovamento dell’estetica nell’architettura della Chiesa, va di pari passo con il rinnovamento della fede.

I canoni della nuova estetica si possono riassumere in:

  • Ubicazione assiale e Cristocentrica dell’altare;
  • Disposizione dell’assemblea in “ordine circolare”;
  • Il banchetto Eucaristico come memoriale del Sacrificio della Resurrezione pasquale di Cristo, secondo i principi della riforma liturgica avviata da San Pio X;
  • Utilizzo di nuovi materiali propri della nuova società urbana e industriale come l’acciaio e il cemento;
  • Funzionalismo urbanistico e razionalismo architettonico della Bauhaus.

Esponente della Nuova Estetica odierna è Francisco “Kiko” Josè Gomes de Arguello y Wirtz, nato a Leon il 9 Gennaio 1939, pittore spagnolo iniziatore insieme a Carmen Hernandez e Padre Mario Pezzi del Cammino Neocatecumenale. Studia all’Accademia di Belle Arti di S.Fernando di Madrid, consegue il titolo di professore di pittura e disegno. Nel 1959 ottiene a Madrid un Premio Nazionale Straordinario di Pittura. In seguito attraverserà una profonda crisi esistenziale che lo porterà ad una seria conversione. Kiko sente profondamente una chiamata a dedicare la  sua vita a Gesù Cristo e alla Chiesa.

Visitando l’Europa entra in contatto con il rinnovamento liturgico. Convinto che Cristo è presente soprattutto nella sofferenza dei lontani, degli ultimi della terra, e seguendo le orme di Charles de Foucauld, nel 1964 va a vivere tra i più poveri in una baracca di Palomeras Altas, all’estrema periferia di Madrid. Nasce così la prima comunità tra i poveri formata da gitani analfabeti, vagabondi, ex carcerati, ladri, prostitute. Kiko Arguello ha ripreso l’attività pittorica,dopo averla abbandonata, per porla a servizio della Nuova Evangelizzazione. La sua opera è essenzialmente di arte sacra e spesso si richiama a modelli protocristiani o bizantini sapientemente integrati con elementi dell’arte contemporanea occidentale con un gusto coloristico simile a quello dei fouves espressionisti.

La Nuova Estetica, in cui le sue opere si inseriscono, si fa presente nell’attenzione per la bellezza estetica degli ambienti liturgici e comunitari (Chiese, sale parrocchiali, seminari..), curati nei minimi particolari che sono secondo la visione di Kiko un servizio di amore che l’Arte compie per i lontani, gli ultimi, i più poveri. Si trova un riscontro nelle sue opere dove secondo la tradizione iconografica la prospettiva è capovolta affinché l’osservatore si trovi ad essere testimone e partecipe dei misteri cristiani nelle opere rappresentati. Alcune delle opere di Kiko sono presso la Parrocchia dei Santi Martiri Canadesi a Roma, la Cattedrale dell’Almudena a Madrid, la Parrocchia di S. Bartolomeo in Tuto a Scandicci (FI), la Parrocchia di S. Francesca Cabrini a Roma, la Parrocchia della Santissima Trinità a Piacenza, la Parrocchia di S. Giovanni Battista a Perugia, la Parrocchia di S. Massimiliano Kolbe a Roma e inoltre nella Domus Galileae a Gerusalemme.

La nostra Parrocchia sarà la prossima espressione di quest’Arte. Il Parroco della Beata Vergine della Salute è Padre Enrico Spano, nato a Cagliari il 23 Aprile 1968, è stato ordinato sacerdote il 7 Dicembre 1995 nella medesima parrocchia. La sua vocazione nasce proprio dentro il Cammino Neocatecumenale. La gratitudine che abbiamo a questo Cammino che ha salvato e rinnovato la vita di molti di noi, si concretizza nella disponibilità di Padre Enrico di trasformare il “vecchio” Tempio, per il quale sicuramente alcuni potrebbero provare nostalgia, nel “nuovo” Tempio immagine del Nuovo per eccellenza : Cristo Risorto dalla morte!

Il passato è passato, il futuro non ci appartiene, diceva Madre Teresa di Calcutta, stiamo dunque nel presente. E per noi il presente, l’oggi, è entrare nella Benedizione, nel “dire bene di Dio” per l’opera che ha compiuto nella nostra vita, nei nostri matrimoni, nella sofferenza, nelle tribolazioni. E la fedeltà di quest’opera la vediamo e la tocchiamo con mano nei nostri figli e nipoti.

“Ecco io faccio nuove tutte le cose!” (Ap.21,5)
Anche noi aspettiamo “cose” nuove, perché sappiamo che sempre il Signore ci stupisce con le sue meraviglie!
Anche la nostra “Chiesa nuova” sarà “una meraviglia ai nostri occhi”! (Sal.117).
Ecco … è questa la storia della nostra Parrocchia.

 

A cura di Paola Sanna