C'è un tempo per ogni cosa

"C'è un tempo per ogni cosa sotto il sole" dice il profeta Qòelet...
"un tempo per piantare e un tempo per sradicare. Un tempo per demolire e un tempo per costruire".

Così è stato anche per noi che abbiamo vissuto molta della nostra vita sotto il manto della Vergine della Salute. La piccola "chiesa del Poetto" dedicata alla Madonna è piano piano cresciuta e da "chiesa per le vacanze" è diventata una delle Parrocchie più frequentate di Cagliari. Anche la sua struttura e architettura si è evoluta nel tempo adattandosi alle esigenze della Pastorale Si deve a Padre Gino Danovaro il primo restauro della Chiesa di San Bartolomeo e buona parte dei lavori del Santuario dedicato alla Madonna della Salute. Egli chiamò quella Chiesa come Vergine della Salute con l'immagine che riproduce quella dell' abbazia di S. Bartolomeo al Promontorio esistente a Genova presso la casa dei suoi genitori.

La Parrocchia, in quanto tale, è stata eretta il 1° Gennaio 1956 dall' allora vescovo di Cagliari Mons. Paolo Botto. E' stata riconosciuta civilmente il 18 Ottobre 1958 e affidata ai figli di Santa Maria Immacolata.

La Chiesa dedicata alla Vergine della Salute venne costruita dall'architetto Macrelli tra il 1963 e il 1971, sul lungomare della spiaggia del Poetto di Cagliari. Mi piace la mattina presto o il pomeriggio stare seduta lì, in silenzio, per pregare e inevitabilmente mi guardo intorno. Conosco a memoria ogni angolo, mi sento a casa. Se fate piano si sente anche la musica, sono le note dell'Armonium che Padre Passi suonava ascoltarlo era come respirare un po’ di Cielo. Se fate finta di stare seduti a fianco a me ve la descrivo. La caratteristica estetica più innovativa è la copertura. Una cupola piramidale protesa verso l'alto sulla quale svetta una croce di semplice foggia. Quest'elemento riprende, nella sua proiezione perpendicolare sulla pianta, il cuore della navata. L'interno è a pianta esagonale irregolare e presenta una navata unica, con al centro l'altare. La decorazione della facciata è eseguita a rilievo e realizzata in mattoni a vista, riprendendo i motivi geometrici dei tappeti Sardi, opera di Angelo Manca di Villahermosa.

La facciata presenta un portone in legno di forma trapezoidale, sormontata da una singolare struttura romboidale. Questo elemento è una rivisitazione moderna del rosone dell'architettura Romanica e Gotica. Il rilievo della forma è ripreso anche all'interno della struttura portando luminosità nell'edificio. Se l'esterno è rimasto fondamentalmente lo stesso, l'interno della Chiesa è stato a più riprese modificato. Una delle modifiche più sostanziali è stata come già detto in più punti la sostituzione dell'icona della Vergine. Oggi, quella prima icona, commissionata da Padre Gino Danovaro, è posizionata all'interno di una delle sale parrocchiali. La grande croce di ferro che stava dietro l'altare è stata arricchita di formelle di bronzo. Al centro la Vergine e agli estremi i simboli dei quattro evangelisti, anche queste realizzate da Manca di Villahermosa. L'altare in marmo in posizione centrale e da un lato la prima icona venerata, e dall'altro un ambone anch'esso in marmo.
Ai lati delle porte di ingresso laterali i due confessionali ormai in disuso da tempo. Anche noi li abbiamo usati veramente poco, Padre Passi ci confessava in sagrestia, più familiarmente.

Allo stato attuale la Parrocchia presenta un bel Presbiterio ligneo, sovrastato oltre la vetrata, dalla grande croce che prima fungeva da Tabernacolo. L'altare di marmo è stato sostituito da una grande mensa di legno posta esattamente al centro della Chiesa.  Ai due lati dell'altare, in ferro battuto, stanno rispettivamente a sinistra la nuova e definitiva icona della Vergine della Salute e a destra il Santissimo, dell’artista Sardo Manca di Villahermosa. I banchi di legno disposti frontalmente a battaglione sono stati sostituiti da più numerose poltroncine di plastica nere, che circondano l'altare su tre lati. Tra il Presbiterio e la Mensa Eucaristica è posizionato un grande e alto ambone di legno sul quale davanti e ai lati sono state sistemate le cinque formelle che in origine stavano nella Croce. Altro elemento che era stato aggiunto, è il grande lampadario a forma di stella a 6 punte posto esattamente sopra la mensa. La croce astile, opera di D’Aspro, che stava a fianco all' altare è ora vicino all'ambone, di ferro battuto nero, un po’ tetro faceva un po’ paura ai più piccoli.. Di gran lunga preferivamo quello di legno che stava, e ancora è lì, in sagrestia.


Era il Crocifisso che ci guardava quando facevamo la nostra prima Confessione. Ai lati delle pareti della navata, anch’esse di D’Aspro, ci sono le stazioni della Via Crucis. Ma a noi piaceva di più farla all'esterno! Uno degli elementi più belli sono sicuramente le vetrate colorate, che avevano sostituito i semplici vetri bianchi, e che furono realizzate dalla Laborvetro su suggerimento di Padre Passi che aveva chiesto consiglio per la loro realizzazione al fratello che lavorava come intagliatore nella vetreria laziale “Sciarra”.  I vetri legati a piombo le danno un’importante aria da "Cattedrale". Di lato alla chiesa, c'era il terreno un po’ incolto dove i bambini correvano e giocavano.. oggi è un grazioso giardino, ma non è cambiato nulla i bambini corrono, giocano esattamente come allora, solo che sono molti, molti di più! Anche il piazzale davanti al sagrato era quasi un campo! Ci sembrava enorme, a perdita d'occhio. Anche qui i piccoli approfittavano dello spazio aperto per sgranchirsi un po’ dopo la messa.

Mi riempie il cuore di gratitudine nel vedere oggi i miei figli, i miei nipoti, i figli di amici e fratelli di comunità che fanno la stessa cosa. E' passato tanto tempo ma siamo sempre qui! E' talmente nostra questa Chiesa che anche quando gli eventi ci porterebbero per comodità, magari, ad andare a Messa da un altra parte no, non si può stare lontani da “casa”! All'interno è ora presente una spaziosa sagrestia, che ha preso il posto di quella piccolissima col tendone di velluto rosso. Numerose e ampie sale usate per le diverse esigenze pastorali e per le liturgie del Camino Neocatecumenale, realtà attivamente presente nella Parrocchia. Quello che un tempo era la sala del cineforum prima, e del teatrino poi, è diventata una delle prime sale usate per le liturgie quando nella parrocchia si è aperto il Cammino Neocatecumenale nel 1980. La famosa "sala gialla" col dipinto dell'Annunciazione dai colori un po’ accesi, è ora parte integrante dell'ingresso e del corridoio che da alle sale nuove. E il dipinto è stato spostato in una sala interna. A volte è difficile ricordarsi com'era strutturata la Chiesa, ma capita spesso chiacchierando con altri "veterani" di rivivere quel periodo è importante non perderne memoria. Sono stati quest'anno inaugurati i nuovi lavori di ristrutturazione della Chiesa.

 

A cura di Paola Sanna